Nell’argilla o stucco, nel bronzo o marmo, vasi, lampade, sculture, affreschi e mosaici ci hanno trasmesso un abbondante repertorio di immagini erotiche, ermafroditiche e priapee dei Greci, Etruschi e Romani. Non tenerne conto significa privarci di un’informazione preziosa per la storia delle tecniche e per lo studio delle botteghe artigiane, trascurare un aspetto importante delle civiltà “classiche”, nell’ambito dove l’oscenità apparentemente gratuita di alcune rappresentazioni illustra in realtà superstizioni popolari o credenze religiose, e infine mutilare la nostra conoscenza su alcune realizzazioni artistiche tra le più raffinate che la libertà d’ispirazione e d’espressione degli artisti abbia mai creato. Il volume di Jean Marcadé – che riprende il celebre anagramma Roma Amor – tenta di interpretare, o meglio, comprendere le rappresentazioni erotiche nell’arte etrusca e greco-romana, e costituisce un insuperato viaggio illustrato attraverso di esse, il cui successo ha superato di gran lunga la cerchia di specialisti del mondo antico.

Jean Marcadé (1920-2012), celebre storico francesce del XX secolo. Membro dell’Institut de France, è stato docente di Archeologia classica e Storia dell’arte antica, poi professore di Archeologia classica all’Università Paris 1 Panthéon-Sorbonne e membro dell’Académie des inscriptions et belles-lettres.