Portata al limite estremo, la forza di una cultura si manifesta nella figura del genio. Il genio porta la cultura a manifestare l’insolubilità, la paradossalità che spinge l’agire storico in avanti e funge da suo stimolo. Familiarizzando con il Leonardo da Vinci di Leonid Batkin, storico sovietico che ha incentrato le sue ricerche sugli umanisti italiani, si potrà comprendere non tanto di che tipo era la personalità vinciana, ma come essa poté attuarsi. Nella mancanza di un punto di riferimento centrale e di compiutezza nella più geniale delle personalità rinascimentali Batkin rintraccia la condizione necessaria del suo dispiegarsi, della sua realizzazione storico-personale e della sua sfolgorante pienezza umana.

Leonid M. Batkin (1932-2016), appartenente al gruppo di storici che nell’Istituto di storia universale dell’Accademia delle Scienze dell’Urss intorno agli anni ’60 si interessarono alla storia italiana, ha dedicato le sue ricerche alle grandi personalità del Rinascimento. Oltre a Leonardo da Vinci, tra i suoi libri, sono stati tradotti in italiano: Dante e la società italiana nel Trecento (1979), Gli umanisti italiani (1990), L’idea di individualità nel Rinascimento italiano (1992), Due modi di studiare la cultura (1998).